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C’è solo un gatto nel vicolo silenzioso
un cane che abbaia in un orto lontano
il passo lesto di un uomo oscuro (1)
che cerca stracci sotto un nero cappellaccio
chiuso nel suo mantello.
Io vado tranquillo
so che lui mi aspetta, il mio fido,
in fondo al vicolo.
Sente i passi sonori del padrone
la presenza di un amico
eccolo scodinzolare e saltellare
gira e si rigira col cuore in gola
mi viene incontro
con lo sguardo umano e penetrante
dice quello che la lingua non può.
E’ il rito che si celebra ogni sera:
aspetta a notte fonda
nel buio della sua solitudine
quando sente il vento sibilare
che assale e impaura
quando violenta scroscia la pioggia
e pesanti sono i passi
quando la serenità delle notti d’estate
e il chiarore della luna
meravigliosamente
m’invitano a rincasare!

In questo lungo inverno,
mentre inutilmente milito in caserma,
o mio fedele amico,
chi aspetterai in fondo al viale?

(Baiano: 5 Febbraio 1976)

1) Un uomo, un pò tondo, che di notte gira per il paese
e raccoglie carte e stracci che poi porta a casa.