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Il tramonto

 

Al tramontare del sole sono andato sulla riva del mare a ristorare le mie stanche membra.  Un incanto, Maria!

Un poeta non potrebbe immortalare nei suoi versi un tale spettacolo, non essendovi parole per descriverlo, nè ritmi nè cadenze che ne lascino immaginare la bellezza.  Nè un pittore lo potrebbe dipingere, non essendovi colori che potrebbero rappresentarlo in tutte le sue sfumature.

Ho visto il sole scendere lentamente nel mare, specchiandosi in esso ed inorgogliendosi della sua bellezza.  Le acque sembravano correre tutte nel punto dove esso cadeva, per baciargli l'aurea fronte; le nuvole sembravano correre a gara verso la Stella per alleviarne la caduta.  Correva anche qualche freddoloso pesciolino per scaldarsi al suo calore, per rubare qualche suo raggio.

Esso invece, crudele, non volendo adulatori intorno a sè né aiuto nella sua discesa austera, ha allargato le braccia e ha bruciato il cielo e il mare.

Ma Iddio, giusto dispensatore di giustizia, ha cacciato dal mondo il sole, per punirne la crudeltà, e l’ha scaraventato nel buio.

Il mare, il cielo e le nubi, supestiti dell’eccidio, hanno dipinto il loro viso di roseo, vergognosi della sconfitta ricevuta dal sole e si sono preparati e disposti alla vendetta.

È intervenuto ancora Iddio e, vedendo odio nei loro volti, li ha imprigionati nel suo mantello oscuro, condannandoli alla sorveglianza della Luna.

Fatta giustizia è volato in cielo, il Dio, a contemplare lo splendore delle stelle, anch’Egli splendore e serenità, giustizia e amore!

 

(Salerno, addi: 6 novembre 1969)