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Ore 11.30,  Piazza Garibaldi, allietata da alcuni motivi della canzone popolare napoletana, quali <<‘O guarracino>>, <>, <<‘O cunto ‘e Masaniello>>. Un vecchietto, comodamente seduto davanti al “Bar Italia”, legge il giornale, sorseggiando un thè con il limone. Alle sue spalle un monello sta completando la sua opera d’arte con un gessetto rosso: <>.
Sulla panchina a destra, tre signore dall’aria distinta lavorano con i ferri e spettegolano. Con le loro risate attirano in continuazione l’attenzione dei passanti.
Seduto sul bordo del marciapiede, con le spalle rivolte verso le donne, un giovane artista è intento a ritoccare con i colori alcuni lavori.
Sulla panchina a sinistra, una vecchietta dai capelli bianchi sta insegnando ad un’amica come usare l’uncinetto. Parlano sommessamente e quasi non si avverte la loro presenza.
Per la piazza passano e ripassano casalinghe, bambini, pensionati, il postino in bicicletta, due vigili urbani, un pensionato con un cagnolino al guinzaglio, un nonno con il nipotino che a forza lo trascina nel bar, dal quale esce poco dopo con un bel gelato a fragola. Arriva anche il medico con la solita borsa di cuoio stracolma di farmaci. Saluta un po’ tutti i passanti, si sofferma ad elogiare il lavoro delle  signore e poi va via chiamato dal suo dovere professionale.
Entra un ubriacone corto e grasso con una bottiglia di vino in mano, in precario equilibrio. Tra un sorso e l’altro, hic!... hic!, infastidisce i passanti. Barcollando  di qua e di là, fa cadere una cassetta di mele esposte davanti alla frutteria. Per evitare guai, allora, va a sedersi vicino al vecchietto, con il quale comincia subito a litigare e viene minacciato con il bastone. Per difendersi non sa fare altro che dirigergli contro il suo fiato maleodorante!
Il fruttivendolo, intanto, esce dalla bottega, raccoglie pazientemente le mele, le rimette a posto e, rivolto verso l’ubriacone che simula indifferenza totale, gli fa capire con gestacci che la prossima volta gli tirerà il collo come ad un pollo!
Passano per la piazza due balordi. Uno, il più alto, ha un pallone sottobraccio; l’altro un berretto in testa. Curiosando in giro, vanno a leggere le varie scritte sul muro del bar; si soffermano dietro al monello e ridacchiano con evidenti gesti di burla. Il malcapitato prima li manda al diavolo, poi li segue e va a sedersi con loro alle spalle dell’artista. Il più basso raccoglie una mela per terra, sfuggita all’attenzione del fruttivendolo, la pulisce sulla maglia del monello,  comincia a morderla e sputa via le bucce su un barbone che dorme seminascosto dalla panchina.