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Promuovere o bocciare?

 

IL DOVERE DI IMPARARE E’ UNA CONDIZIONE ASSOLUTA PER ASSICURARSI IL DIRITTO DI STARE IN CLASSE?

(19 Luglio 1997)

La scuola dell’ obbligo  boccia una bambina di terza elementare. E’ scandaloso o va accettato come un evento previsto dalla normativa vigente? Poco importa “dove”, “chi”.

Sicuramente nel corso dell’ anno scolastico questa scolaretta avrà imparato tanto poco che le maestre hanno ritenuto opportuno per il suo bene non promuoverla.

Ma chi ha stabilito qual è il bene e qual è il male per questa bella bambina dagli occhi tristi, che ha visto morire la mamma quando frequentava la scuola materna?

Certamente a scuola si va per imparare. “La scuola elementare - si legge infatti nei programmi didattici  - ha per suo fine la formazione dell’ uomo e del cittadino... ed ha per compito anche la promozione della prima alfabetizzazione culturale...” Nella premessa dei programmi, però, si legge anche che “essa si ispira, altresì, alle dichiarazioni internazionali dei diritti ...del fanciullo”. E una bambina, ferita nei suoi affetti più cari, in un particolare momento della sua vita,  può  avere il diritto di non desiderare di imparare? O il dovere di imparare è una condizione assoluta - sine qua non - per assicurarsi il diritto di stare in classe?

Ma se “il dovere” è ostacolato costantemente da un unico pensiero fisso, profondo,  che tiene impegnate ogni momento tutte le risorse mentali, a scuola si può andare anche con il solo desiderio di sentirsi VOLUTI BENE? Trovare affetto, avere un bacio dalla maestra, sentirsi accarezzare il volto dagli sguardi dei compagni,  non può valere più delle tabelline, di una frase scritta in forma ortograficamente corretta? Non può bastare, in casi eccezionali, a permettere ad una bambina di continuare il suo viaggio con gli stessi amici?  Se lei con sguardo assente pensava unicamente, ossessionatamente, alla mamma in paradiso, mentre la maestra faceva esercitare gli alunni a riconoscere i sintagmi nella frase minima o ad individuare nei testi scritti novità linguistiche, è giusto che ora vada  punita con la bocciatura?

Questa bambina cercava solo un poco di amore dalla scuola, dalle maestre, dai compagni, lei che non aveva più l’amore della sua cara mamma. Solo un poco di amore! E’ possibile che alle soglie del duemila si nega un poco di amore, un momento di  gioia  ad una povera bambina di 9 anni, solo perchè non sa scrivere bene, non sa fare bene le operazioni, come quei bambini più bravi a scuola e più fortunati perchè tornano a casa e trovano la mamma ad accoglierli a braccia aperte sulla porta?

Quando scoprirà di essere stata BOCCIATA, chi raccoglierà le sue lacrime? Chi capirà il suo dolore? Dove  nasconderà il viso per la vergogna? Per quanto tempo cercherà di evitare gli sguardi “crudeli” dei compagni di classe? Quando porterà la scheda a casa, cosa dirà al suo papà: “Papino, mi hanno bocciata! Sei contento della tua figlioletta!”

Cosa dirà nelle sue preghiere serali? “Mammina mia, lo sai? Nessuno mi vuole bene, neppure a scuola!”

Ora chi sarà capace di farle capire che nel mondo c’è QUELLA COSA che la gente chiama AMORE?

A scuola sicuramente, in qualche raro momento di concentrazione,  avrà sentito parlare degli antichi greci e avrà saputo che gli spartani SI LIBERAVANO degli handicappati ammazzandoli: i bimbi che nascevano storpi o deboli venivano gettati senza pietà nei burroni del monte Taigeto. Per alleviare il suo dolore, qualcuno ora troverà le parole per  farle capire che in fondo lei, bambina scolasticamente debole, è sicuramente più fortunata delle bambine spartane perchè la scuola  SI E’ LIBERATA di lei, ma lei continuerà a vedere sorgere il sole. Le bambine spartane no, perchè in fondo ai burroni trovavano la morte!

La scuola si è mai chiesto se questa bambina volesse imparare la storia degli egiziani?  Però è stata bocciata perchè non ha imparato la storia degli egiziani! E’ stata bocciata perchè non ha imparato che nel cuore circola il sangue: blu e rosso. Però nessuno ha capito che lei a scuola aveva qualcosa da insegnare agli altri, ai presunti seguaci di Cristo, che ogni domenica vanno in Chiesa a prendere l’ostia. Nel cuore circola l’AMORE . Questo chissà se  interessa ai docenti, presi dalla necessità di ISTRUIRE GLI SCOLARI.

Chi ridarà  un poco di gioia a questa bambina, ora che è stato trafitto per sempre il suo cuore?  Meritava veramente di essere violentata in questo modo nei suoi sentimenti?

La scuola ha mai fatto una severa autocritica al suo operato? Quanti sorrisi vengono spenti quotidianamente tra le quattro mura di un’aula? A quanti bambini vengono tagliate le ali e non viene  concesso di seguire le proprie inclinazioni e di mettere a frutto le proprie capacità?

Quanti operatori scolastici sono consapevoli che il bambino del Duemila sarà "padre" dell’ adulto, come scrive Roberto Maragliano (professore ordinario di Metodologia e Didattica presso la facoltà di Lettere e Filosofia della Terza Università di Roma).

Molti docenti sono rimasti legati ad una cultura e ad una forma mentis ereditate da altri contesti, da altri tempi e non si accorgono che annaspano nel cercare di tenere il passo dei bambini e dei ragazzi di oggi con una forma mentis più coinvolta nelle dinamiche del cambiamento. Il bambino di oggi non è più il sacco vuoto da riempire. Spesso con le sue conoscenze e con la sua  elasticità  mentale mette in crisi perfino il proprio insegnante!

Molti docenti non hanno ancora aperto gli occhi e non si sono resi conto che i nuovi linguaggi elettronici e computerizzati (che hanno messo radici dappertutto fuorchè nella scuola italiana) stanno offrendo all’infanzia l’opportunità di essere “soggetto di cultura” e le “chiavi cognitive” per aprire la porta del TERZO MILLENNIO senza la mediazione dell’ insegnante, come afferma sempre R. Maragliano. “Il conflitto tra scuola e società, tra i giovani ed i loro formatori  può diventare insanabile”.

Lo stesso Ministro della P.I:, on Berlinguer,  nel suo documento del Gennaio 1997 sul “Riordino dei cicli scolastici” afferma: "Fino ad una certa epoca, la formazione ha avuto come suo nucleo fondamentale la trasmissione di conoscenze consolidate... L’ accelerazione dello sviluppo delle tecnologie ha poi profondamente inciso sulla stabilità delle conoscenze sempre più rapidamente bruciate dalle innovazioni; e, nei paesi più avanzati, intere generazioni hanno sperimentato il significato di “obsolescenza” riferito ad abilità e capacità che l’ volvere dei tempi aveva inesorabilmente reso inutili".

E la scuola elementare si permette il lusso di bocciare una bambina di 9 anni perchè non ha imparato quelle cose che ALTRI volevano farle imparare senza il suo consenso, senza chiedersi perchè non ha voluto o saputo imparare!

Il testo è stato pubblicato su <>, Anno IV - Numero 7 del 19.7.1997, periodico d'informazione del Baianese.