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Rivello (Potenza): 
Esibizione degli archibugieri di Baiano

(1997)

Non potevo dire di no a Stefano Lippiello, Presidente dell'Antico Gruppo Avancarica "Maio Santo Stefano" di Baiano. Erano stati invitati a Rivello, in provincia di Potenza, in occasione dei festeggiamenti in onore dei caduti in guerra. Quattrocento chilometri per riprendere con la videocamera la loro esibizione. Quattrocento chilometri per diffondere la cultura e le tradizioni della nostra terra, per portare il nome di Baiano lontano dai suoi confini, con orgoglio e con la consapevolezza di fare bene.
Sveglia all' alba del 9 novembre 1997. Si parte alle sei e mezza. Nell' autobus 39 componenti del gruppo, con la divisa accuratamente riposta nella valigia, con le carabine lustrate a nuovo, lo stendardo, le bandiere, i tamburi, le trombe egiziane e tanta voglia di divertimento. Una compagnia di veri amici, uniti, dalle facili battute. Capaci di tenermi svegli per tutto il viaggio.
L' autobus sfreccia sulla quasi solitaria Salerno-Reggio Calabria. All' interno una esplosione di gioia continua, senza interruzione. La fisarmonica di Nunzio Petrillo, accompagnata da una grancassa e da un tamburo, non smette un attimo di allietare l' atmosfera e di offrire armonie ad improvvisati cantori.
Senza accorgermene, Rivello compare, maestoso, abbarbicato come un' edera sulla cima di una collina. Un colpo d' occhio stupendo!
Un amico è ad attenderci all' inizo del paese e ci accompagna nel convento che domina la piazza nuova, grandissima, in mezzo al verde della villa comunale, con il monumento ai caduti a sinistra e la fontana monumentale a destra. Un vero biglietto da visita di questo grazioso paesino del mezzogiorno, che merita di essere visitato.
Alle nove e trenta tutti in divisa: cappello nero a falde larghe con lunghe piume di uccello; camicia di un rosso sgargiante; giubbetto corto di pelle senza maniche con due coppie di bottoni dorati e allacciato con due catenine; calzoni di velluto nero alla zuava stretti sotto il ginocchio; calzini lunghi e bianchi; scarpe da passeggio ed una lunga fascia gialla che cinge la vita e cade sulla coscia sinistra.
Pronti per il corteo. Si parte. In testa, con fierezza e sempre orgogliosamente a testa alta, Stefano Bellavista porta lo stendardo dell' Antico Gruppo Avancarica, seguito dai giovani portabandiera (Colucci Pasquale, De Laurentiis Renato, Montella Antonio e Virtuoso Elia) , dai due trombettieri (Colucci Carmine e Liquidato Stefano), dai sei tamburini (Adriano Aurelio, Balletta Carmine, Guerriero Antonio, Montuori Carlo, Napolitano Stefano e Sorriento Stefano) e dai ventisei archibugieri (Acierno Antonio, Adriano Luca, Balletta Antonio, Colucci Alfonso, Colucci Andrea, Colucci Angelo, Colucci Antonio, Colucci Carmine, Colucci Massimiliano, De Lauerentiis Nicola, Di Lorco Sgambati Romeo, Guerriero Roberto, Lippiello Giuseppe, Lippiello Stefano, Napolitano Angelo 1957, Napolitano Angelo 1971, Napolitano Angelo 1972, Napolitano Giacomo, Napolitano Pellegrino, Napolitano Raffaele, Napolitano Stefano, Petrillo Carmine, Petrillo Nunzio, Sgambati Giovanni, Sorriento Pasquale e Stingone Emanuele).
Il percorso è lungo e faticoso tra le strettissime e sinuose strade del centro storico; si passa davanti a vecchi portali e cortiletti pieni di gerani fioriti e sotto arcate di legno, seguendo il ritmo monotono dei tamburi. La gente si affaccia dai balconi e applaude la comitiva mostrando meraviglia e compiacimento. Si arriva nella vecchia piazza che si affaccia con il suo loggiato sul paesaggio e sulla valle che arriva fino alla lontana Maratea.
Ad attenderli ci sono i bambini della scuola elementare con striscioni inneggianti alla pace e al sacrificio dei caduti in guerra; la banda della Regione Basilicata; le autorità civili e militari e tanti Rivellesi accorsi per la cerimonia, che si rivela di una sobrietà estrema. Nessun comizio! Una corona sulla lapide, uno squillo di tromba, l' inno di Mameli ed il silenzio che mette un brivido nei presenti e fa inumidire gli occhi di qualche archibugiere.
La sfilata continua fino al convento. Ora però il corteo è immenso. A partire dagli scolari, fino ai numerosissimi cittadini in coda. I tamburini ed i trombettieri baianesi si alternano con la banda della Basilicata. Si celebra la santa messa mentre l' Antico Gruppo Avancarica fa bella mostra di sè nello spiazzale, avvicinato dalla gente che chiede notizie, si informa, osserva, tocca i tamburi e le carabine. Il gemellaggio è immediato. Al termine della messa la vera cerimonia con la deposizione delle corone ed il discorso del Sindaco.
Dopo un ottimo pasto con cibi locali, consumato in una caratteristica trattoria e allietato dal suono della fisarmonica e dai canti dei nostri simpatici amici, si torna in piazza, dove avviene l' esibizione dello sparo delle carabine. Interminabile, fragoroso, con il fumo che copre tutto furochè i lunghi applasui dei Rivellesi, veramente raggianti di gioia. Interrotto solo per un saluto del Sindaco, un ringraziamento e la consegna di una targa.
Una visita al convento, una preghiera e via. Tanti saluti ed un arrivederci.
Certamente Rivello ricorderà a lungo questi ragazzi, semplici, dall' animo buono, testimoni dell' antica cultura irpina, ed il loro Baiano, prima così lontano, ora - grazie a loro - così vicino.

Il testo è stato pubblicato su <<La Gazzetta del Baianese>>, nel mese di Novembre del 1997.