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Riflessioni sulle poesie dei giovani poeti

Mamma mia! Come è vero che non si finisce mai di imparare! La vita mi ha insegnato tante cose, ma quante altre ancora ho appreso dalla lettura delle poesie  della quinta edizione del “Premio Alessia Bellofatto”, organizzato dalle associazioni “Le ali della vita” e “La piccola cometa”.

 

 

Ho letto migliaia di poesie dei più importanti poeti  e una infinità di versi di dilettanti come me, ma solo ora (meraviglia delle meraviglie!) scopro che la poesia ha un “sapore”. Proprio così! “Il sapore della poesia” che “ti fa sentire il cielo in bocca. / E’ calda come il pane: / ne mangi e ancora rimane.”  D’accordissimo, mio giovane poeta!

Quante riflessioni nuove ho dovuto fare, sollecitato dai giovani poeti delle scuole medie di Avella, Mugnano e Sirignano, ai quali -a nome anche della giuria composto da Ernesto Sasso, Fortuna Dubbioso e Stefania Russo – mi sento di dire: “Bravi, ragazzi!... Veramente bravi!... Ci avete emozionati, ci avete coinvolti, ci avete trasmessi i vostri tesori nascosti, i vostri segreti, i vostri sogni, con una maturità  inaspettata. Ancora bravi!”

Tante sono state le tematiche analizzate, segno di una attenzione viva e diligente. La famiglia, l’amicizia, la pace, la guerra, la natura, l’amore, i sogni, gli hobby,  la paura, la speranza, la solidarietà, i ricordi, i desideri, le fasi della vita, le stagioni, la malinconia, la tristezza, la diversità e altro, con una freschezza e una genuinità di sentimenti emersa anche dalla loro declamazione durante la serata delle premiazioni.

Spizzicando qua e là tra le poesie ho letto belle cose!

La mamma, il “diamante prezioso”, lo scudo che ci protegge, colei che ci “insegna a vivere e a sognare” e ci “dice di affrontare la vita sorridendo”. Ma “se c’è la mamma tutto puoi fare/ tranne che sul divano sporcare.”

Il papà, senza il quale “come farei a stare…/ anche se la parola per te facile non è/… Per te qualunque cosa farei”.

La sorella, che “è quella persona/ che anche se litigate dopo due secondi state abbracciate,/ la prima che vi criticherà e giudicherà/ ma se qualcun altro prova a farlo vi difenderà”.

Il nonno. “Nel cuore scrivo il suo nome./ Non ti scorderò mai, nonno.”

L’amicizia. “E’ un bene prezioso/…/ Lo splendore dell’amicizia… è l’ispirazione spirituale/ quando scopriamo che qualcuno crede in noi/ ed è disposto a fidarsi di noi.”

Il pensiero ad un amico sconosciuto, vittima del terremoto, “perché quel buongiorno a te negato/ a me ha insegnato/ (che) nessun giorno va sprecato.”

Il saluto per una partenza: “Nei momenti di difficoltà/ ci siamo aiutate con lealtà./ E anche se parto con dispiacere/ avrete sempre un posto importante nel mio cuore.” Perché “l’amico è un tesoro/ prezioso come l’oro./…/ Se piangi fa tornare il sorriso.”

L’odio per la guerra. “Maledetto l’uomo che inventò le armi,/ che prima servivano per cacciare,/ trasformandole in oggetti per eliminare/ gli uomini come lui.”

L’amore. “L’amore è passione./ E’ ingenuità./ E’ soffrire insieme./ L’amore suscita infinite emozioni.”

“Anche quando gioco a carte col mio amico/ io non smetto mai di pensare al nostro amore infinito/…/ perché tu sei preziosa più dell’oro.”

La solidarietà. “Dà amore a chi non ne ha avuto mai./ Regala a qualcuno un sogno;/ stringi la mano a chi ne ha bisogno/ e se pensi di non poter cambiare niente/ comincia da te e vedrai la differenza!/…/ Regala un sorriso a tutti e se qualcosa donerai/ la ricompensa non attenderla mai!” e poi: “Vorrei saper donare un sorriso/ a chi ha smesso di ridere.”

Chi siamo? “Mi sento così debole che l’anima sta per cadere/ in un dirupo dalle pareti nere./ Oh quanto vorrei che qualcuno mi capisse!”

“Siamo foglie trasportate dal vento/ alla ricerca di un lieto evento./ Siamo una voce in mezzo al mare/ in attesa di chi ci viene a salvare.”

Ancora: la bussola della vita, la terra dei fuochi, il terremoto,  la poesia del mare, la strada per la felicità, i libri, l’introspezione. Le parole forti contro coloro che parlano e sparlano dei diversi. “Siete solo voci./Non sapete quello che dite/…/Forse non avete niente di meglio da fare/…/Come se non avessimo già i nostri problemi./…/ voi aggiungete il male in vite già marce./ Solo perché sembriamo diversi./ Solo perché abbiamo stranezze. /…/ E voi fate delle false parole la vostra vita./ Trasformando la nostra/ in un turbine di messaggi confusi./ Non so più quello che è vero. / Non so più chi è falso.” Parole struggenti scritte da una bambina di dodici anni! Un atto di accusa contro l’incomprensione e l’insensibilità della gente per i diversi!

Poesie belle, ricche di sensibilità, trasmettitrici di valori sani e genuini.  Peccato che alla fine la giuria ha dovuto pur stilare una graduatoria, essendo un “premio letterario” con la sua competizione tra i poeti. Io mi sento di dire che l’invio delle poesie già è un premio. Mettersi in gioco è un valore aggiunto. L’accettazione di un verdetto non favorevole è segno di maturità. Mi sento ancora di dire ai giovani poeti: “Le vostre poesie lette da altri giurati certamente avranno una valutazione diversa. Una poesia da noi premiata può anche non suscitare nessuna emozione ad altri giurati, mentre una poesia da noi non premiata può classificarsi al primo posto in altri premi letterari! Perciò accettate il nostro verdetto con serenità, fidando sulla nostra totale imparzialità!”

L’importante è capire di aver dato un contribuito con i vostri versi all’arricchimento di tutti coloro che avranno il piacere di leggerli.