Democrazia calpestata!

Le scelte vanno condivise in un progetto condiviso!

(Gennaio 2008)

Quando i primi uomini capirono che era conveniente vivere in gruppo, si associarono e scelsero un "capo" autorevole con il compito di guidare il gruppo nelle scelte più importanti. Impararono anche che i problemi dovevano essere discussi dai membri della comunità riuniti intorno al fuoco.
Molte volte, però, nella storia dell'uomo questo semplice e primitivoconcetto di democrazia è stato disatteso causando guerre fratricide che hanno mortificato i principi più elementari della convivenza.
E' vero - mi si può obiettare - che chi comanda ha nei suoi pensieri sempre il bene del suo popolo e ne progetta il destino con il solo scopo di procurargli benessere. E' pur vero, però, che non ha nessun diritto di imporre le sue scelte, per il semplice fatto di essere stato democraticamente eletto dal suo popolo. Chi viene eletto non riceve un mandato in bianco da assolvere per presentarsi poi alla fine al giudizio degli elettori. Di questi egli è il rappresentante e come tale DEVE unicamente guidare le loro istanze verso il bene comune, secondo le linee tracciate nel programma elettorale. E in nome di tale rappresentanza egli è tenuto a consultarli per capirne i reali bisogni e incanalarli verso la migliore soddisfazione.
L'ASI di Avellino, il cui presidente è di Baiano, ha individuato il territorio di Baiano come luogo giusto per l'insediamento di strutture industriali, in quanto servito da uno snodo autostradale e posizionato in una felicissima area geografica, quasi al centro delle cinque province della Campania.
Il progetto certamente potrebbe scuotere da un torpore atavico il paese, la cui economia è ferma, non produce redditi importanti e causa la fuga delle forze migliori verso altre regioni o addirittura oltre i confini del suolo patrio. Ma io mi domando perplesso. Era veramente necessario navigare sottoacqua e fingere una "tiepida" pubblicizzazione dei vari passaggi dall'idea iniziale di "un singolo" alla condivisione prima della "Margherita", poi dell'Amministrazione Comunale, fino alla concretizzazione del progetto finale? Da parte dei responsabili politici è stato detto e sottolineato con forza in pubbliche assemblee (convocate solo "a frittata fatta"!) che tutti dovevano aver saputo, poiché gli atti prodotti erano stati illustrati in vari incontri e pubblicati perfino sul sito web del comune (mai ricco di novità!).
Dalla forte contestazione popolare devo supporre due cose: o siamo fessi e distratti noi cittadini o l'informazione non viaggia nei giusti canali per arrivare alla comunità! Soprattutto ai proprietari terrieri, contadini certamente moderni, in linea coi tempi, ma per niente avvezzi alle navigazioni sulla rete internet, abituati come sono a trovare "le cose" al mercato del giovedì o in piazza Francesco Napolitano all'ombra delle querce.
Un politico attento ai bisogni del suo popolo avrebbe immediatamente trovato tutti i mezzi per comunicare alla collettività la propria idea fin dal primo concepimento per farla apprezzare e condividere, in considerazione del fatto che la sua realizzazione stravolgerà l'economia del paese e di molte famiglie baianesi il cui reddito si integra coi proventi dell'attività agricola; che forzatamente costringerà moltissimi contadini ad abbandonare il lavoro dei campi e l'antica cultura trasmessa da padre in figlio; che vedrà ciminiere (seppure - come si va dicendo - non tossiche!) al posto degli alberi che hanno caratterizzato da secoli il nostro stupendo territorio ai confini tra la "Campania felix" e la verde Irpinia.
Prima che i tecnici mettano mano ai grafici seguendo le indicazioni di pochi luminari, spetta al popolo decidere di quale futuro vuole dotarsi per sé e per i propri figli. A nessun altro è consentito imporre la propria visione del territorio e dell'economia. Le scelte vanno condivise in un progetto condiviso! Altrimenti si corre il rischio di pensare che nel DNA di chi amministra la cosa pubblica senza consultare il popolo che li ha eletti ci siano "scorie" radioattive del peggiore bolscevismo.
Se a scuola si studia la storia un motivo ci dovrà pur essere! E la storia insegna - a chi vuole capire! - quale destino è toccato al popolo russo allorquando nel 1925 conquistò il potere Stalin con l'obiettivo di fare dell'Urss una grande potenza industriale in regime comunista. Dall'alto della sua folle "genialità" decise il trasferimento forzato di risorse e di uomini dall'agricoltura all'industria, contro la volontà dei suoi sudditi, e fece eliminare fisicamente i proprietari terrieri che si opponevano al suo progetto per difendere la terra ricevuta in eredità dai genitori. O li fece deportare nei "gulag"! Quale disastro la sua abominevole iniziativa provocò alla Russia e all'Europa intera fino alla caduta del muro di Berlino (1989)!
Agli amministratori comunali di oggi e di domani (lontani certamente da simili esperienze storiche!) non mi stancherò mai di chiedere di portare in piazza (nell'agorà di greca memoria) gli atti che seguiranno a quelli impietosamente imposti nel 2007 e discuterli sempre con la collettività, unica padrona del suo futuro! E di fare retromarcia se le idee partorite verranno bocciate! Questa è vera democrazia!




Il testo è stato pubblicato il 31-1-2008 su <>, periodico d'informazione del Baianese.