Lunga é la notte
intorno ad una fiamma
ignara della morte;
sulla paura bianca e tremula
veglia la luna.
Negli sguardi assenti dei bambini
il terrore delle pietre,
sulle rughe delle donne
un solco ha scavato
lo scorrere delle lacrime.

Tra i nostri occhi stanchi
invisibile nasce un linguaggio
di parole silenziose;
immagini d’amore
che sfuggono alla morte.
Com’è dolce il tuo sorriso,
Occhi di luna!

Raccolti in una coperta
ognuno ricorda
quell’attimo fatale
e la paura, la fuga dalla casa,
il dolore di Calabritto,
i morti di Sant’Angelo e Lioni.

Io e te uniti
da un interminabile intreccio
di pensieri
sogniamo,
rubando un attimo di gioia
alla vita che se ne va.

Teora é un cumulo di macerie,
a San Mango si muore,
ma noi osiamo cercare l’ amore
per sfuggire al dolore!

«Hanno trovato un bambino!»
«E' ancora vivo!»
«Sia ringraziato il Signore!»
Ogni tanto una buona notizia
nella notte che lenta si consuma.

Silenziosamente cala il sonno
e un sopore piacevole avvolge
l’ansia e la paura del terremoto.

Noi due soli vegliamo
sulle scosse della terra.
Lontano abbaiano i cani
ed un brivido di freddo
scuote il nostro sognare.
I tuoi occhi
così grandi., così belli,
due stelle
una luce di speranza!

(Baiano, 29 Novembre 1980)