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di Enrico Montanaro, Sindaco di Baiano

Il presente lavoro rappresenta l’ennesima testimonianza della forte e continua dedizione dell’Autore allo studio e alla ricerca della storia e della tradizione del nostro territorio. E l’invito che Egli mi rivolge a scrivere una breve prefazione allo stesso mi inorgoglisce e mi dà modo di interrogarmi sull’importanza della memoria storica per la nostra comunità. Il rapporto con la storia del nostro territorio e soprattutto con chi questa storia l’ha scritta va tenuto vivo e alimentato. A tal riguardo, ritengo utile partire da un assunto, parafrasando Barbara Spinelli: la storia sono i “giganti” sui quali noi “nani” camminiamo.

Il libro rappresenta una modalità di ricomposizione della memoria della Comunità di Baiano, il cui obiettivo è di creare una banca dati della collettività baianese attraverso la narrazione delle persone e degli eventi presenti e passati. In altre parole, il testo intende recuperare la memoria del passato della nostra terra, degli uomini più o meno illustri che sono vissuti prima di noi, consci che è la memoria delle persone e dei luoghi a creare il nesso passato-presente-futuro ed a trasmettere i valori che fondano l’identità e il senso di appartenenza.

Consapevoli o no, siamo il risultato di una lunga storia. Tante generazioni si sono succedute. Questa terra ha nutrito tutti con i suoi frutti, ha impregnato dei suoi colori i nostri occhi, ha educato il nostro udito con i suoi suoni. Lo spazio cinto dalle sue montagne ha influenzato la misura del nostro passo e l’ampiezza dei nostri sogni. Noi apparteniamo a questo luogo anche quando ne siamo lontani. Dai nostri antenati abbiamo ricevuto regole, moralità, costumi, cultura. Da questa eredità prendiamo gli strumenti con cui valutare ciò che ci distingue dagli altri e per orientarci nello scegliere come e dove stare nel mondo. Il passato è il dono che i nostri predecessori hanno lasciato per noi, e c’è sempre, anche se non ne siamo consapevoli. La memoria di questo passato è la nostra forza.

Il libro è rivolto certamente a chi vive a Baiano ma, anche e, forse, soprattutto, a chi se ne è allontanato per scelta o necessità. I nostri territori, infatti, da sempre sono stati caratterizzati da fenomeni di emigrazione. Un tempo i nostri nonni partivano con la “valigia di cartone”. Oggi, con modi e tempi diversi, i loro nipoti fanno altrettanto.

Il testo, allora, intende rappresentare un elemento della modernità, il luogo cioè di ricomposizione di una comunità divisa (per scelta o necessità) dai più disparati fenomeni. E può rappresentare quella piazza accogliente, protetta, familiare nella quale ciascuno di noi almeno una volta nella vita si è sentito a casa. Una piazza nella quale recuperare e alimentare una memoria collettiva. Perché potremmo essere fisicamente ovunque ma resterà sempre vivo il sentimento di figliolanza alla terra delle nostre radici, Baiano.